I minibond si configurano come uno strumento molto potente per lo sviluppo delle PMI italiane, dando a queste aziende la possibilità di rendersi maggiormente indipendenti dal credito bancario.
Possiamo dire, senza alcun timore di essere smentiti, che il 2020 non è andato proprio secondo i piani. Tra le varie conseguenze della pandemia la crisi economica che stiamo attualmente affrontando è forse una delle più evidenti.
Molte PMI si sono ritrovate a dover fare i conti con la necessità di crescere sul mercato, dovendo di conseguenza modernizzare velocemente il proprio modello di business verso la digitalizzazione.
In un simile clima trovare i finanziamenti per portare avanti questi progetti di sviluppo, molto spesso estremamente onerosi per il bilancio di un’attività, può sembrare impossibile ma per fortuna esiste un modo.
I minibond sono lo strumento giusto per aiutare ogni azienda in cerca di fondi che voglia differenziare le proprie fonti di credito non dipendendo solamente dalle banche, ma procediamo con ordine e vediamo più nel dettaglio di cosa stiamo parlando.
Il peso delle banche
In ambito imprenditoriale nel nostro Paese le banche costituiscono un punto fermo e imprescindibile per ogni tipo di business. Ogni attività che si rispetti è ben conscia del fatto che, senza un istituto finanziario alle spalle, non è possibile superare certi ostacoli.
Ed è qui entrano in gioco i minibond e le loro caratteristiche uniche. L’azienda per accedere a tale tipologia di strumento, si deve preparare in un lunghissimo iter burocratico ma soprattutto deve dotarsi di una struttura di analisi secondo requisiti degli investitori.
Le potenzialità dei minibond
Citando alla lettera la definizione del Decreto Sviluppo i minibond sono “obbligazioni o titoli di debito a medio-lungo termine emessi da società italiane non quotate, tipicamente PMI, normalmente destinate a piani di sviluppo, operazioni di investimento straordinarie o di refinancing“.
In sostanza, semplificando, potremmo dire che si tratta di documenti simili ad azioni che permettono alle PMI di ottenere capitali in maniera analoga alle S.p.A. I principali vantaggi di questo sistema sono la rapidità di riscossione rispetto ai lunghi tempi di attesa per i classici finanziamenti bancari e la più lunga data di scadenza del prestito, di solito tra i 5-7 anni rispetto ai 2-3 previsti dagli istituti.
Si tratta di benefici molto importanti nell’attuale congiunzione economica: data la crisi liquidità e credito a lungo termine sono diventati fondamentali per la sopravvivenza di molte attività.
Non potendo prevedere oggettivamente quando la situazione cambierà inserirsi in un mercato parallelo (con una visione non più banconcentrica) rappresenta la soluzione che molte aziende stavano cercando. Tramite questa nuova stabilità data dalla diversificazione del debito una PMI può davvero dedicarsi a sviluppare ed espandere il proprio mercato.
Va da sé che non tutte le aziende possono emettere indiscriminatamente minibond. Oltre a quanto detto sopra riguardo il fatto che solo le società non quotate sono ci sono altri fattori importanti da considerare.
Innanzitutto è necessario avere un business plan curato nei minimi dettagli: nessun investitore infatti sarà disposto a dare credito ad un’impresa che non sia in grado di spiegargli come verranno investiti i suoi investimenti. In quest’ottica affidarsi a dei professionisti del settore con alle spalle molta esperienza capaci di redigere un piano che tenga conto, in maniera asettica, sia del mercato che delle possibilità reali dell’azienda.
In secondo luogo è necessario distaccarsi da una mentalità limitante per abbracciare una visione che guardi al mercato finanziario internazionale.
Con nuovi investimenti non si può più pensare di restare ancorati al proprio piccolo mondo, è necessario espandersi e raggiungere il massimo potenziale possibile. Per mezzo dei minibond si possono creare nuove strade e raggiungere traguardi insperati: una dimostrazione di come ci sia sempre una soluzione ad ogni crisi, basta guardare alle cose in modo obiettivo.